Angel’s Refraction
Videofilm di Francesco Pititto
Sono immagini di un toro, piccolo e di vetro. E’ posizionato all’esterno, sta piovendo. Il suono prodotto dalla pioggia battente si incrocia con movimenti musicali ampi. Il toro si avvicina all’occhio della macchina da presa che rimane ferma, ferma nel corpo, fissa. Nemmeno l’occhio dotato di zoom si muove, anche l’ottica è ferma. Il movimento in avanti è a frammenti, cambiano le angolazioni, le dissolvenze incrociate spingono in avanti il corpo vitreo che viene penetrato dalla luce. Avanti, sempre avanti verso l’occhio elettronico che legge le rifrazioni prodotte. L’occhio continua a vedere il corpo trasparente che avanza ma non riesce più a mettere a fuoco il soggetto. Il toro muta la forma e diventa macchia pulsante, pensiero puro che si avvicina alla musica, alla poesia.
ANGEL (testo poetico inserito come titolo di testa del video-film)
Lamento, ululato Sparlato Nel tempo Rivolto all’indietro
Al passato.
All’origine mundi, al silenzio del vuoto (atomi in punta di piedi).
Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm!
S’accorda col muggire dei tori – Motori e trattori, terra e asfalto, fango e merda.
Dentro la carne, percorre le vene Impregna le fibre E vibra nei bronchi malati. Nel tempo –
Dio per caso tornato, caduto e mandi segnali di altri pianeti
da dove? Da quando? Quando riparti?
ANGELO TORO
Seduto Davanti al grande canyon dove le ombre sempre s’allungano Al calar del sole
Tranne la tua.
Francesco Pititto
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