Lenz Teatro | Sala est venerdì 7 dicembre | h 21.00
Vera Mantero
WHAT CAN BE SAID ABOUT PIERRE | 17’
OLYMPIA | 17’
creazione e performance || Vera Mantero
What can be said about Pierre è un breve lavoro coreografico che ispirato al suono della voce di Gilles Deleuze mentre tiene una lezione su Spinoza e sul suo concetto dei tre tipi di conoscenza possibili per gli essere umani. Vera Mantero ha manipolato le temporalità del discorso di Deleuze basando il suo movimento sull’insistenza e l’avvicinamento al suolo. “La finalità è in linea con molti altri miei lavori, nei quali la molteplicità mette in interazione la filosofia e l’intuizione, il verbale e il non verbale, il razionale e l’irrazionale”. Olympia di Vera Mantero, oltre la danza, è una performance sull’uso del corpo. Improvvisamente, e solo per pochi minuti, tutti i mostri, tutti i ribelli da Goya ad Artaud, sono invitati a testimoniare la storia dell’uso del corpo, ma anche della ribellione dei corpi, attraverso la cultura del potere. In cinque minuti sono esposte chiaramente la relazione mercenaria tra arte e denaro, e la sua denuncia.Vera Mantero ha studiato danza classica con Anna Mascolo e ha lavorato nel Balletto Gulbenkian di Lisbona dal 1984 al 1989. Ha iniziato a creare le sue coreografie nel 1987 e dal 1991 ha portato i suoi lavori in Europa, Argentina, Brasile, Canada, Singapore, Corea del Sud e USA.
What can be said about Pierre is a small improvisation to the sound of Gilles Deleuze's voice giving a class on Spinoza and his concept of the three types of knowledge possible to human beings. “This proposal goes in line with many other works of mine in which multiplicities are proposed that put philosophy and intuition in interaction, as well as verbal and non-verbal, rational and irrational.”Vera Mantero’s Olympia is somehow beyond dance, it is a performance about the use of the body. Suddenly and only for some short minutes all the monsters, all the rebels from Goya to Artaud are invited to testify the history of the use of the body through the culture of power, but also of the rebelliousness of the bodies. During five minutes the mercantile relationship between art and money as well as its denouncing are clearly exposed.
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