12 RITRATTI 228 POLAROID < Giuliana di Bernarndo
Giuliana di Bennardo, artista tra le più rigorose e profonde del panorama contemporaneo italiano è nata nel 1954. Tra le recenti creazioni ricordiamo, Verso Hölderin, Indubitabile il corpo, Planetaria, A Hölderin 1843-1993, Memorie Visive di Giuliana di Bennardo e Melina Mulas. Dal 1991 al 1998 crea gli spazi scenici dei più importanti lavori di Lenz Rifrazioni. Numerose le esposizioni in Italia e Francia.

Ogni corpo cerca o fugge la luce, a seconda dei momenti, degli stati d'animo, dei piaceri, dei fastidi. Giuliana di Bennardo ha chiesto alle persone che fanno parte di Lenz Rifrazioni di porre il proprio corpo su uno stradello di campagna, un luogo come un altro, in cui il tempo è dato solo dalla luce chiara del primo pomeriggio. Un luogo di assenze e di presenze. Segnato dal rumore sordo del volo degli insetti e dal suono dell'aria. Lei indaga il movimento di quei corpi, chiamati a girarsi e a rigirarsi. Si pone sopra di loro, li osserva, li segue e poi scatta con una piccola macchina fotografica. Ne cattura il disegno, la traccia, l'indice, che si viene a creare leggero sulla terra. I corpi sono distesi, inermi, le carni cadono, riposano, non lottano più, come se entrassero a fare parte del tutto, della natura, privi di una reazione. Giuliana è interessata al loro rapporto con il fondo, un terrain vague senza connotazione, margine solito dello sguardo, forse della coscienza. Il centro dell'indagine è il rapporto che viene a crearsi tra il corpo e il fondo su cui appoggia. Rapporto segnato dall'ombra: interprete o semplicemente comprimaria della messinscena. È il tutt'uno, la non soluzione di continuità tra vuoto e pieno, è lo spazio che entra nei corpi, che a loro volta, tuttavia, entrano nello spazio. In verità è un'operazione di spoliazione. È da parte sua il tentativo-riuscito-di giungere all'essenza delle cose, testimoniata dalla presenza del segno. Lo fa attraverso la fotografia, che qui è Polaroid, di cui ama l'impasto, la liquidità di rimando pittorico. (...) Con i corpi distesi viene a crearsi un rapporto tattile come di fronte al tuttotondo in scultura. Non ci sono confini, demarcazioni. Manca la terza dimensione. Il cielo e la terra avvolgono, coprono i corpi che navigano come in un magma. I corpi diventano segni, indicazioni di presenze, immerse in un macrocosmo in cui l'uomo non è che una componente equipollente del tutto.


The artist Giuliana di Bennardo has created a new work for the Festival, 12 Portraits 228 Polaroids. The successful attempt to reach the very essence of things, substantiated by the presence of signs.
Lenz Teatro_Parma
Sala Majakovskij
Sabato 1 dicembre | h21
(fino al 9 dicembre)