OPERE TURBATE, COME LO SGUARDO DI UN VECCHIO
Mai, finora, ci eravamo specchiati
nel turbamento di uno sguardo che sta lasciando la vita. La confusione
dell’anima è proprietà di tutti, ogni uomo è
un artista. C’è pudore in quello sguardo e, forma,
ma anche nella follia che tutto può svanire, c’è
poesia nel pensare che respirare non ha più senso e che smettere
vuole dire morire. Niente, buio, il Niente. E allora si respira,
si mangia l’aria a grandi morsi, se si potesse se ne terrebbe
da parte per dopo, per il dopo prima del Niente. Siamo tutti senz’aria
di fronte all’opera, l’artista, lì, ha lasciato
la vita vera, il proprio turbamento, il proprio caos. Poi rinasce,
ma lì è vissuto e poi è morto. C’è
chi lascia una vita come opera da osservare e chi lascia opere come
pezzi di vita da consumare. La libreria di piombo di Anselm Kiefer
o i travestimenti di Cindy Sherman sono l’archivio e i sottopassi
della vita turbata dalla vita stessa, per come è e per come
la si vive, per la forma che assume. La metamorfosi dei corpi è
nel ritmo degli anni, Filemone e Baucide aspettano - nel bosco dove
insieme abitano - l’artista, proprio accanto a Daphne, accogliendolo
con un leggero turbamento delle rispettive chiome, creando bellezza
e movimento.
Opere turbate, come lo sguardo di un folle. Ci siamo specchiati
negli occhi di chi sta oltre il confine e lì abbiamo abitato
sicuri perché chi apriva la casa erano sempre i due vecchi
ospiti anziani. File e Bau, amati dagli dèi e dagli dèi
premiati, l’estetica della sincerità e della devozione.
In questo mondo ogni gesto è opera e ogni opera è
respiro, non manca l’aria perché tutto è etere.
Opere turbate, come lo sguardo di un’attrice. Lì ci
siamo specchiati e abbiamo visto noi stessi. Era il turbamento che
rifletteva turbamento, la confusione di qui e di là era comune.
E allora il vecchio, il folle e l’attrice sono diventati,
con noi, un solo viso, un solo corpo, una sola anima in una sola
opera che conteneva tutte le opere, piena d’aria, di trasformazione
e di rivoluzione; e di nuovo la Fenice si è alzata in volo
verso le porte di Iperione.
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