da La morte di Danton di Georg
Büchner
Traduzione_Drammaturgia < Francesco Pititto
Regia_Scene_Luci_Costumi < Maria Federica Maestri
Interpreti < Valentina Barbarini_Guglielmo Gazzelli_Liliana Bertè_Paolo
Maccini_ Luigi Moia_Angelo Pederzani_Paolo Pediri_Lino Pontremoli_Sandra
Soncini_Mauro Zunino
Musica < Andrea Azzali
Responsabili Progetto < Mariolina Carfani_Paolo Pediri
Disegno luci < Andrea Morarelli, Gianluca Bergamini
Assistente tecnico < Stefano Glielmi
Realizzazione costumi < Beatrice Mariotti
Progetto realizzato con il sostegno di: AUSL Dipartimento di Salute
Mentale, Fondazione Cassa di Risparmio di Parma Comune di Colorno
A partire dal 1985 Lenz Rifrazioni, teatro
di ricerca di Parma diretto da Maria Federica Maestri e Francesco
Pititto, realizza progetti monografici e pluriennali. Un’estrema
e radicale fedeltà alla parola del testo, sviscerata, tradotta
per la scena, un lungo lavoro laboratoriale con gli attori, un
originale lavoro di installazione scenica e creazione filmica
definiscono la poetica contemporanea della formazione teatrale,
con una progettualità artistica riconosciuta come una delle
più visionarie e rigorose del teatro di ricerca italiano
ed europeo. Con Dantons Tod Lenz Rifrazioni porta a compimento
l’ultima tappa della Tetralogia della Manìa, il progetto
quadriennale dedicato alle opere di Büchner (2004-2007).
Dopo la messa in scena di Woyzeck, Lenz e Leonce und Lena il lavoro
di ricerca con attori ex lungo degenti psichici aspira a sollecitare
un ulteriore passaggio artistico ed esistenziale attraverso l’indagine
intorno al testo più impegnativo del grande autore tedesco.
La lunga esplorazione di una lingua sconosciuta, fatta di contraddizioni,
anagrammi spirituali e saggezza elementare ha permesso a Maestri
e Pititto di decifrare una dimensione poetica enigmatica ed oscura.
Il testo che proclama, attraverso le vicende di Georges Danton
e di Robespierre, l’inevitabilità per ogni rivoluzione
di mettere a morte una parte di essa, diviene l’elemento
centrale della nuova produzione che debutterà nella Reggia
di Colorno, monumento che conserva il ricordo della presenza manicomiale,
di alto valore simbolico ed emozionale per gli attori ex degenti
che vi hanno trascorso parte della propria esistenza. Come in
un documentario onirico dove il tempo si fa circolare gli attori
incarnano, con la sostanza del proprio corpo, interrotto dalla
furia detentiva del manicomio, gli elementi drammaturgici crudeli
e profondi del testo istituendo attraverso l’atto estetico
la possibilità di una rivoluzione, una vittoria, una riparazione
momentanea. L’identità del luogo penetrando nella
creazione artistica con connessioni storico-culturali determinerà
una condizione scenico-installativa tesa a rendere la funzione
degli attori presenza pienamente liberata.
Lenz Rifrazioni presents the national première of the new
creation Dantons Tod, the fourth stage of the four-year Büchner
Project, with a group of actors who were long-term psychiatric
in-patients.