PENTESILEA Il video è disponibile su Vimeo, previa richiesta password, al link Pentesilea
Ultima Regina del proprio esclusivo Io, solitaria amazzone senza più arco, addenta e sbrana se stessa con la voluttà delle parole in versi e con le frecce appuntite degli autoritratti photo booth di un powerbook. Autrice live della propria serializzazione dentro il box del tempo presente - grafìa che fissa il momento dell’atto e del sentimento autorale - autoedifica il dialogo, il combattimento tra l’Io presente e l’Io appena impresso, dilaga sul campo di battaglia scomponendosi in dialogiche relazioni conflittuali, amorose, rancorose, ai limiti dell’assassinio del Sé, del Selbst che tutto comprende. Il corpo fisico appare, si libera dell’involucro teatrale e opera al MacLibro come alla consolle della propria vita. L’acqua del bicchiere l’annega dentro l’immagine ingrandita in uno schermo nero palcoscenico/bocca che tutto ingoia e il libro d’acciaio si fa affilato e appuntito come un coltello.
Perché adesso scendo nel mio seno, come un pozzo, e scavo fuori, freddo come un metallo, un sentimento che mi distrugge. Questo metallo, lo purifico nel fuoco di un grido di dolore duro come l’acciaio; poi lo bagno con il veleno acido del pentimento, da parte a parte; lo porto all’incudine eterna della speranza, e lo affilo e lo appuntisco in un coltello; e a questo coltello adesso offro il mio petto: Così! Così! Così! Così! E ancora! - Ora va bene.
Il sole ad “O” dell’icona luminosa tramonta spegnendosi a poco a poco come il tempo vissuto dall’attrice e i suoi doppi photo booth. Kleist alla cugina Maria von Kleist: “Ho portato a termine la Pentesilea. E’ vero, c’è dentro la mia più intima natura ... tutta la sozzura e ad un tempo lo splendore dell’anima mia.”
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