_RODRIGO GRACIA

Rodrigo García nasce nel 1964 a Buenos Aires da genitori spagnoli. Lavora nella macelleria di famiglia in un quartiere di baracche nel Grand Bourg.
Diplomato in Scienze dell'Informazione, diventa pubblicista e scrive fino al momento in cui si trasferisce a Madrid, sua città di adozione, nel 1986.
"Sono stato rinchiuso per molti anni a lavorare come creativo pubblicitario ma una 4X4 e la famiglia mi sembravano inaccettabili come biografia definitiva."
Nel 1989 crea la Carnicería Teatro (Macelleria Teatro), con la quale elabora il suo particolare linguaggio teatrale: insolente, fisico, corrosivo e poetico, non narrativo e di grande qualità simbolica.
García è autore, videoartista, performer, scenografo e regista tra i più interessanti della scena contemporanea.
Costruisce i suoi spettacoli integrando danza, arti plastiche, musica e parola, utilizzando uno stile sorprendente dove i corpi in movimento disegnano i nuovi rituali della quotidianità. I suoi testi "scoppiano come bombe", coniugano memorie del passato con l'attuale cultura popolare e sono stati tradotti e pubblicati in francese, italiano, inglese, finlandese, danese e polacco.
Attualmente la Carnicería gira il mondo con diversi spettacoli: La historia de Ronald, el payaso de McDonals che andrà in Cile, Brasile, Belgio, Austria, Francia; la videoinstallazione Prefiero que me quite el sueño Goya a que lo haga cualquier otro hijo de puta e due monologhi Goya+Borges per i quali è prevista una tournèe in Svizzera e Francia, che culminerà a Parigi.



_SOEUR MARIE KEYROUZ

Soeur Marie Keyrouz, suora libanese dalla voce straordinaria universalmente apprezzata è accompagnata da un gruppo, che ha chiamato 'Ensemble de la Paix', composto da musicisti e coristi di religioni diverse - cristiani, ebrei e musulmani - e di differenti nazionalità: proprio quelle religioni e nazionalità tra le quali le tensioni oggi sono più forti. Il suo scopo è infatti quello di esprimere attraverso il canto la sua preghiera per la pace, per la tolleranza, per il compimento di un cammino ecumenico. Alla preghiera soeur Marie affianca le opere: fermamente convita che l'ignoranza e la povertà siano alla base delle tensioni sociali e delle guerre, con i proventi della sua attività artistica, sostiene concretamente, attraverso la sua congregazione, un programma di scolarizzazione per bambini in diverse parti del mondo, soprattutto rivolto alle piccole vittime della guerra, che con grande amore chiama "mes orphelins". Laureata in antropologia religiosa e musicologia, diplomata in canto classico sia orientale sia occidentale, ricercatrice e compositrice, soeur Marie Keyrouz ha saputo porre il canto e la musica al servizio della propria vocazione religiosa, dando vita a una figura di grande fascino, che sa trasmettere in modo naturale l'emozione della sua più intima spiritualità insieme alle proprie radicate convinzioni. La sua voce è coinvolgente, la sua musica è unica. Suor Marie ha sviluppato un genere musicale che, mentre si rifà alle antiche sorgenti del canto sacro orientale, nello stesso tempo è fortemente innovativo, per la capacità di fondere quelle radici con la più genuina tradizione occidentale. Ne sono testimonianza anche gli strumenti delle due culture che nei suoi concerti coesistono con un'armonia perfetta. Un'armonia che è anche in qualche modo un simbolo della missione di suor Marie: dimostrare attraverso il canto che non esistono contrapposizioni tra uomini, culture e religioni, ed esprimere il suo grande desiderio di tolleranza, di ecumenismo, di pace. La voce di soeur Marie Keyrouz offre un momento di grande musica, ma anche di riflessione e meditazione che trascende l'ambito strettamente artistico



_ANTONIO LATELLA

Antonio Latella (Castellammare di Stabia, 1967), dopo la scuola del Teatro Stabile di Torino diretta da Franco Passatore e la Bottega Teatrale di Firenze diretta da Vittorio Gassman, inizia la sua professione teatrale come attore.
Dal 1986 al 2000, lavora, fra gli altri, con: Pagliaro, Di Marca, Ronconi, Gassman, Castri, De Capitani, Syxty, Bruni, Piscitelli.
Intanto, fra il 1997 e il 1998, mette in scena i suoi primi spettacoli come regista.
Nel 1999, con OTELLO, affronta per la prima volta il teatro di Shakespeare; a questa, seguono le messinscene di: MACBETH, ROMEO E GIULIETTA, AMLETO. Nel 2001 vince il premio speciale Ubu per il progetto “Shakespeare e oltre”. Torna a Shakespeare, una prima volta nel 2001, con uno studio sul RICCARDO III, poi, nel corso del 2003, mette in scena LA DODICESIMA NOTTE, LA TEMPESTA, LA BISBETICA DOMATA. Parallelamente, dal 2001 al 2004, si dedica anche a Genet, con: STRETTA SORVEGLIANZA, I NEGRI, QUERELLE, e a Pasolini, con: PILADE, PORCILE, BESTIA DA STILE.
Nella Primavera 2004 è all’Opera di Lione con l’Orfeo di Monteverdi, sua prima regia lirica, alla quale seguono, nell’Autunno dello stesso anno, la regia dell’Orfeo e Euridice di Gluck al Piccinni di Bari e, nel luglio 2005, la regia della Tosca di Puccini allo Sferisterio di Macerata.
Nel 2004, riceve il premio Vittorio Gassman come miglior artista dell’anno.
Nel novembre dello stesso anno, con EDOARDO II, affronta per la prima volta il teatro di Christopher Marlowe.
A ottobre 2005, porta in scena un testo filosofico di Giordano Bruno, LA CENA DE LE CENERI, mai rappresentato prima.
Da sempre, Latella vive il suo lavoro come un bisogno primario: si avvicina a un autore, al suo mondo, al suo tempo e vi si ferma a lungo. Comunque, arriva alla messinscena sempre attraverso un percorso laboratoriale di conoscenza. Questo suo modo di lavorare fa sì che ogni sua regia sia, al contempo, uno spettacolo a sé e parte di un progetto di ricerca e ha favorito, nel tempo, la formazione di un gruppo di attori e di collaboratori con i quali Latella mantiene un rapporto di elezione.



_LENZ RIFRAZIONI

Büchner, Hölderlin, Lenz, Kleist, Rilke, Dostoevskij, Majakovskij, Shakespeare, Goethe, Grimm, Andersen, Calderón de la Barca: questi gli autori che hanno segnato i progetti monografici e pluriennali di LENZ RIFRAZIONI, a partire dal 1985. A Shakespeare e al Faust di Goethe sono stati dedicati i recenti progetti triennali del teatro di ricerca di Parma. Il primo (1997-2000) si è concluso con l’allestimento di Ham-let invitato in importanti teatri e rassegne italiane. Il secondo, dedicato al Faust (2000-2002), ha visto la messinscena di Urfaust, Faust I e Faust II, tre spettacoli che hanno ricomposto il grandioso affresco del capolavoro di Goethe. Il Progetto Grimm di Lenz Rifrazioni è nato invece nel 2001, a partire da un frammento drammaturgico inserito nell’ Urfaust, tratto dalla fiaba Sotto il ginepro dei Fratelli Grimm. Cenerentola, Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pollicino, visionari allestimenti fedeli al testo originale dei celebri cult dell’immaginario dell’infanzia, sono stati invitati in importanti festival e rassegne internazionali, a Lille, Madrid, Olot, Vigo, Arles, Evry, Il Cairo e Shanghai. Il Progetto triennale 2003-2006 è dedicato alle opere di Pedro Calderón de la Barca e prevede la messinscena de La vita è sogno, invitata nel 2004 al festival del Teatro Classico di Almagro, de Il magico prodigioso inserita nel programma 2005 del Festival Escena Abierta di Burgos e, per la seconda volta, nel programma di Almagro 2006, nel 2006 la messinscena de Il principe costante il cui debutto europeo è previsto per il mese di marzo ad Almería in Spagna. Nel 2005 è realizzata la messinscena di un dittico delle fiabe di Hans Christian Andersen: Scarpette rosse e Sirenetta, produzioni inserite nelle Celebrazioni ufficiali mondiali Hans Christian Andersen 2005 Foundation.
Un’estrema e radicale fedeltà alla parola del testo, sviscerata, tradotta e adattata per la scena, un lungo lavoro laboratoriale con gli attori, un originale lavoro di installazione scenica e creazione filmica, definiscono la poetica contemporanea di Lenz Rifrazioni, che si compie nella messinscena di grandi testi classici considerati irrappresentabili per la loro sperimentalità linguistica o drammaturgica. Proseguendo con assoluto rigore il proprio percorso estetico e poetico, Lenz esprime una progettualità artistica riconosciuta come una delle più originali ed interessanti nel teatro di ricerca italiano ed europeo. La traduzione, la riscrittura drammaturgica, l’imagoturgia delle messinscene sono di Francesco Pititto, che ne cura la regia insieme a Maria Federica Maestri. Le installazioni sceniche e i costumi delle opere di Lenz sono realizzate da Maria Federica Maestri, segnalata dalla critica per il suo lavoro di “drammaturgia della materia”, per il sistema di segni visivi che costituiscono il suo personalissimo “paint-acted”. Nel 1997 a Lenz Rifrazioni è stato assegnato il Premio per la Ricerca Teatrale dall'Associazione Nazionale Critici di Teatro.
Dal 1996 Lenz Rifrazioni cura la direzione artistica e organizzativa del Festival Internazionale NATURA DÈI TEATRI, che si svolge in luoghi storici, monumentali e naturali della provincia di Parma, che dal 2005 è entrata a far parte di IRIS, Associazione europea dei Festival di teatro.
Un progetto articolato, denominato PRATICHE DI TEATRO caratterizza Lenz Rifrazioni nel campo della formazione teatrale. Si tratta di Laboratori per la Formazione dell’Attore che si suddividono in Laboratorio Base, Avanzato, e Perfezionamento. PRATICHE DI TEATRO SOCIALE attiva percorsi di sensibilizzazione teatrale che prevedono la progettazione di laboratori integrati rivolti a disabili intellettivi e psichici. Dal 1988 Lenz Rifrazioni svolge le diverse attività di produzione e formazione a Lenz Teatro, spazio di origine industriale completamente ristrutturato nel corso del 2001 grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma, Provincia di Parma, Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, dopo l'incendio che lo aveva gravemente danneggiato nel settembre del 1999. Lo spazio di circa 1000 mq. dotato di due sale, uffici, camerini, laboratorio, magazzino, è dedicato all'attività di sperimentazione e formazione teatrale, e alla ricerca artistica e musicale. Lenz Teatro si presenta con caratteristiche particolarmente idonee all'accoglimento di persone disabili, che possono accedere facilmente agli spazi destinati alle attività laboratoriali grazie all'eliminazione delle barriere architettoniche.
La scrittura scenica. La definizione del proprio linguaggio teatrale attraverso un lungo lavoro di preparazione alla messa in scena: il metodo di lavoro ha come elementi essenziali del processo creativo l’analisi filologica, morfologica e strutturale del testo, la traduzione delle opere per la messinscena, l’adattamento drammaturgico dei testi, il lavoro laboratoriale con gli attori, un ensemble stabile integrato composto da circa dodici persone, tra cui attori sensibili, con disabilità intellettive e fisiche. Il linguaggio teatrale di Lenz si fonda su un’estrema e radicale fedeltà alla parola del testo.
La poetica si compie nella messinscena di grandi testi classici considerati irrapresentabili per la loro sperimentalità linguistica o drammaturgica, nella traduzione ed elaborazione originale dell’opera, nella creazione dello spazio scenico, della luce, della musica e dei costumi, nel lungo lavoro di laboratorio con l’ensemble degli attori.
Proseguendo con assoluto rigore il proprio percorso estetico e poetico, Lenz esprime una progettualità artistica riconosciuta come una delle più originali e rigorose nel teatro di ricerca italiano.
Le musiche originali sono composte da Andrea Azzali, musicista sperimentatore di elaborazioni elettroniche che si innestano sulle partiture drammaturgiche delle opere di Lenz.



_DANIO MANFREDINI

Il percorso di formazione di autore-attore di Danio Manfredini risale agli anni '70; la sua strada è caratterizzata dal rigore nella ricerca teatrale condotta, fuori da ogni percorso codificato, apparentemente anarchico, ma basato su una ferrea disciplina etica ed espressiva.
Punto di riferimento importante per il teatro di Danio Manfredini è la pittura, intesa nel senso più intimo e profondo di visioni interne che caratterizzano fortemente l'incontro tra il pubblico e l'attore, così come la sensazione, che offre possibilità d'azione, di presenza nello spazio.
Tra le sue opere teatrali si ricordano La crociata dei bambini dal poema di Bertolt Brecht (1984), Notturno (1985), Miracolo della rosa (1988) con il quale vince il Premio Ubu '89, il recital per sax e voce Misty (1989), La vergogna (1990), Tre studi per una crocifissione (1992).
Nel '97 presenta al Festival di Santarcangelo la prima parte del nuovo lavoro Al presente, che dal 1998 porterà in forma definitiva nei maggiori festival di tutta Italia. Un anno dopo vince il Premio Ubu '99.
Nel 2000 riprende, rivisto e corretto, lo spettacolo La vergogna a cui cambia anche il titolo in Hic desinit cantus, opera ispirata a Pier Paolo Pasolini e Jean Genet.
L'8 luglio 2003 debutta al Festival Santarcangelo dei Teatri con Cinema Cielo.
Danio Manfredini ha partecipato ai seguenti spettacoli: Il muro, regia di Pippo Delbono (1991); Parsifal, regia di Cesare Ronconi, Teatro Valdoca (1999); Il silenzio, regia di Pippo Delbono (2000).



_CATIA DALLA MUTA

1982-87 mi sono occupata di teatro di ricerca ho studiato con le compagnie
teatrali NUCLEO,POTLACH,ho lavorato con la compagnia TEATRO RIDOTTO e
GOTHENAIN.
1987-90 ho studiato danza contemporanea a ROMA.
1990-1993 ho lavorato con la compagnia MONICA FRANCIA di RAVENNA
in "PROFUMO DEL RESPIRO"e"UOMO CORIANDOLO".
1995-2000 ho lavorato con il teatro VALDOCA CESENA in "FUOCO CENTRALE","NEI
LEONI E NEI LUPI","PARSIFAL".
2000 e 2004 ho lavorato con la compagnia teatrale MOTUS RIMINI
in "VISIO GLORIOSA","L'OSPITE"
DAL 1998 ho coreografato e ballato "TRAGEDIAE"assolo creato nel
1998,"FASCINAZIONE"nel 2001,"ESERCIZI"nel 2003.